GUIDA N. 18
CESSIONE DEL CREDITO E SCONTO IN FATTURA AL 110%
È ENTRATO IN VIGORE IL DECRETO RILANCIO CHE INTRODUCE ANCHE I DUE STRUMENTI POTENZIATI PER POTER USUFRUIRE DELLA MAXI DETRAZIONE FISCALE E REALIZZARE I LAVORI EDILIZI SENZA DOVER SBORSARE UN SOLO EURO
IL NUOVO PROVVEDIMENTO AMPLIA E RAFFORZA LE IPOTESI DEGLI STRUMENTI CHE FAVORISCONO LA MAXI DETRAZIONE
25 Maggio 2020
È ufficiale e operativo.
Il super bonus del 110%, la maxi detrazione fiscale sulle spese per lavori di ristrutturazione e di riqualificazione energetica delle abitazioni, immobili o condomini è entrato in vigore, insieme agli oltre 250 articoli del decreto Rilancio da 55 miliardi di euro.
Ecobonus e sismabonus si arricchiscono di attrattività, e anche se la detrazione è calcolata su un tetto di spesa di 60.000 euro, che nel caso di condomini va moltiplicato per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio, si traduce in lavori a costo zero.
Realizzare un cappotto termico, sostituire gli impianti di riscaldamento esistenti con caldaie a condensazione e a pompa di calore, installare pannelli fotovoltaici e colonnine di ricarica per auto elettriche, ridurre il rischio sismico degli edifici non solo, quindi è a costo zero perché il rimborso del costo è totale. Ma anche perché dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2021 il bonus collegato a questi interventi potrà essere utilizzato come detrazione fiscale in 5 anni, ma soprattutto può essere sfruttato come sconto in fattura con cessione del credito all’impresa che ha realizzato i lavori o a banche o ad altri intermediari finanziari.
Ed è questa, dopo il maxisconto, l’altra vera novità del provvedimento: la possibilità di cedere il credito d’imposta anche alle banche, finora escluse, e quindi avviare i lavori senza dover sborsare nemmeno un euro. Ma con un’ulteriore terza novità: il grande ritorno dello sconto in fattura per i lavori di ristrutturazione edilizia e riqualificazione energetica. Insomma, il maxisconto del 110% arriva sul mercato delle costruzioni e si mette a disposizione delle famiglie accompagnato da un ricco bagaglio di opportunità. Nuove e vecchie. In realtà, infatti, la cessione del credito è già prevista per altre nuove agevolazioni fiscali legate alla situazione di emergenza sanitaria e rivolte principalmente ai piccoli commercianti come i crediti d’imposta sull’affitto delle proprie strutture.
Ma il grosso della portata di queste misure e il vero valore di rilancio di un settore trainante come quello delle costruzioni, lo conservano gli interventi di ristrutturazione e di riqualificazione.
La misura regina è quindi la possibilità di applicare lo sconto in fattura o di provvedere alla cessione del credito, misure che il decreto prevede che possano riguardare i lavori sostenuti nel 2020 e nel 2021 in riferimento a interventi di ristrutturazione edilizia, riqualificazione energetica, rischio sismico. Vediamo in che modo si possono utilizzare.
Lo sconto in fattura equivale a una somma pari alla misura della detrazione spettante in riferimento alla tipologia dell’intervento mezzo in atto e che viene direttamente detratta dal corrispettivo dovuto all’impresa o al fornitore che ha realizzato materialmente gli interventi.
Quest’ultimi, impresa o fornitore, recupereranno poi la somma applicando un credito d’imposta a loro volta, potendo ulteriormente scegliere successivamente la cessione dello stesso credito ad altri soggetti, compresi istituti di credito e altri soggetti finanziari, entrambi finora esclusi da questa possibilità. In questi casi al singolo cittadino, cedendo l’intero credito equivalente al costo complessivo dell’intervento, non è costretto a sborsare alcuna cifra. Tutto a costo zero.
Meccanismo leggermente diverso, ma dalla stessa efficacia economica è l’altra misura, la cessione del credito.
Significa in concreto la possibilità di trasformare l’importo anche in questo caso corrispondente al costo complessivo dei lavori messi in atto, in credito d’imposta, e anche qui con la possibilità di cedere a altri operatori, compresi istituti di credito società di intermediazione finanziaria, il valore della detrazione fiscale. Il credito d’imposta può essere utilizzato anche in compensazione.
Vale a dire che può essere sfruttato in relazione alle rate residue di detrazione ancora non fruite, con la stessa ripartizione in quote annuali, 10 o 5 anni in funzione se si stratta di eco o di sisma bonus, con la quale sarebbe stata utilizzata la detrazione.
Ulteriore precisazione: la quota di credito d’imposta non utilizzata nell’anno può essere usufruita negli anni successivi, ma non può essere richiesta a rimborso.
Gli sconti ripartono, quindi, da interventi di ristrutturazione edilizia, di riqualificazione energetica e di messa in sicurezza dal rischio sismico.
Ma come vengono distribuiti i bonus in relazione agli interventi programmati?
Nella prima serie di interventi rientrano in particolare le ristrutturazioni edilizie ordinarie come i lavori di manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia, effettuati sulle parti comuni degli edifici condominiali.
Nella maxi agevolazione rientrano anche i lavori di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo non solo sul condominio, ma anche, sulle singole unità immobiliari. Per questi interventi, la detrazione base che si applica è quella base dell’eco-bonus, il 50% fino a un tetto massimo di spesa di 96mila euro.
Altro capitolo, invece, sono i lavori per riqualificazione ed efficienza energetica come interventi per tagliare la bolletta di gas come quelli per la riduzione fabbisogno energetico, miglioramento termico edificio, pannelli solari, sostituzione impianti riscaldamento.
Sono interventi agevolati che fino a oggi hanno usufruito dell’ecobonus al 65%.
E poi ci sono i lavori che riducono il rischio sismico nelle zone 1, 2 e 3 (sono stati ammesse tutte le zone di classificazione del rischio sismico alla stessa misura massima di detrazione).
Ancora più nel dettaglio, sono previsti i lavori per il recupero o il restauro della facciata degli edifici, compresi i lavori per la pulitura o tinteggiatura esterna delle pareti. Questi lavori sono fra quelli che rientrano nel nuovo bonus facciate del 90% e introdotto dalla precedente manovra 2020. Rientra poi l’installazione di impianti solari fotovoltaici, e i lavori per l’installazione di colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici. Su tutti questi i lavori è possibile può applicare direttamente in dichiarazione la relativa detrazione prevista (110%, 65%, 50% e così via).
Con un ultimo accorgimento: per ottenere il superbonus del 110%, gli interventi di riqualificazione energetica dovranno rispettare e assicurare, anche congiuntamente all’impianto fotovoltaico e al relativo sistema di accumulo, il miglioramento della prestazione dell’edificio di almeno due classi energetiche rispetto alla situazione di partenza. Oppure, se questo scatto non è possibile, garantire almeno il conseguimento della classe energetica più alta: questo miglioramento dovrà essere certificato dall’Ape, l’Attestato di Prestazione Energetica, prima e dopo l’intervento realizzato, documento rilasciato da un tecnico abilitato e come dichiarazione asseverata.